Der Spiegel, l’importante settimanale tedesco, si schiera per gli Eurobond

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Der Spiegel, il più importante settimanale tedesco, di ispirazione liberal-moderata, noto per aver pubblicato in passato copertine ed articoli provocatori verso l’Italia, pubblica una lettera in cinque lingue, tedesco, italiano, francese, spagnolo e inglese del suo capo-redattore  Steffen Klusmann per sottolineare la necessità di solidarietà tra i Paesi dell’Unione Europea, ispirata all’idea di Europa come casa comune, contro le politiche europee della Merkel.

Nel seguito riportiamo alcune parti significative.

IL RIFIUTO TEDESCO DEGLI EUROBOND E’ NON SOLIDALE, GRETTO E VIGLIACCO

L’Europa è più di una mera alleanza di egocentrici. Non esistono alternative agli Eurobond in una crisi come questa.

Gli Eurobond- affermò la cancelliera Angela Merkel otto anni fa all’apice della crisi dell’Euro- “non ci saranno finché sarò in vita”. E così anche la scorsa settimana al vertice dei capi di Stato e di governo dell’UE tenutosi in videoconferenza, i paesi dell’Europa meridionale sono stati messi a tacere bruscamente, quando hanno avanzato nuovamente la richiesta degli Eurobond per proteggere le loro economie dall’impatto della pandemia. Il ministro dell’Economia Peter Altmaier l’ha definita, in modo sprezzante, un “dibattito fantasma”.

O il governo tedesco davvero non si rende conto di quello che sta rifiutando con tanta noncuranza, oppure si ostina a non capire, spinta dalla paura che il partito populista Alternative für Deutschland (AfD) possa strumentalizzare gli aiuti ai vicini europei per la propria propaganda. Dopo tutto è stato l’esasperante dibattito sul sostegno alla Grecia che ha portato alla fondazione dell’AfD nel 2013.

E continua, dicendo che non esistono alternative agli Eurobond in una crisi come questa.

Invece di dire onestamente ai tedeschi che non esistono alternative agli Eurobond in una crisi come questa, il governo Merkel insinua che ci sia qualcosa di marcio in questi bond. Ovvero, che in fin dei conti sarebbero i laboriosi contribuenti tedeschi a dover pagare, in quanto gli italiani non sarebbero mai stati capaci di gestire il denaro. Questa narrazione è stata usata talmente spesso dalla Cancelliera, che adesso ogni concessione a spagnoli e italiani potrebbe soltanto sembrare una sconfitta.

L’Europa sta affrontando una crisi esistenziale. Apparire come il guardiano della virtù finanziaria in una situazione del genere è gretto e meschino. Forse conviene ricordare per un momento chi è stato a cofinanziare la ricostruzione della Germania nel Dopoguerra.

Gli eurobond sono obbligazioni comuni emesse da tutti i paesi dell’Euro e non un’elargizione. Hanno il vantaggio di essere considerati un investimento sicuro, in quanto gli stati con una buona reputazione come la Germania risultano responsabili anche per i debitori meno solidi, come l’Italia. Questo rende i prestiti un po’ più costosi per la Germania, ma notevolmente più economici per l’Italia. Berlino se lo può permettere, mentre Roma, se fosse lasciata sola, presto non sarebbe più in grado di prendere in prestito denaro sul mercato finanziario, dato che i tassi di interesse sarebbero troppo alti.

In poche parole il perché i Coronabond sono una opzione attuabile, l’unica soluzione vincente per l’Unione Europea

E se gli europei non danno immediatamente il segnale che stanno lavorando insieme per contrastare questa crisi, sarà una vera festa per i populisti, i nemici dell’UE e gli hedge fund di Londra o New York.

Come già nel caso della Grecia, punteranno sul fallimento di uno Stato europeo e questa volta vinceranno la scommessa.

Gli stati come Italia o Spagna sono troppo grandi da poter essere salvati con gli strumenti esistenti come il Fondo europeo di salvataggio MES, i cui 410 miliardi di Euro non basteranno a lungo neanche alla sola Italia. Inoltre, gli aiuti del MES sono legati a condizioni, che non avrebbero senso nel caso di uno shock esogeno, come quello del Corona.

Il riferimento alla proposta tedesca

I tedeschi vorrebbero piuttosto ammorbidire queste condizioni e rivolgersi alla Banca centrale europea, che potrebbe acquistare quello che nessun altro vuole. Già otto anni fa, la banca centrale era già stata usata dai politici come ultimo baluardo, perché i governi erano troppo vigliacchi per risolvere i problemi da soli. De facto però, tutte queste proposte avrebbero lo stesso effetto: una gigantesca collettivizzazione dei rischi – solo che non si chiamano Eurobond.

Sarebbe quindi più onesto ed efficace accogliere l’ultima proposta francese, che oramai sembra trovare anche il consenso degli scettici degli Eurobond: i corona bond. Si tratta di titoli di Stato europei limitati nel tempo e legati a uno scopo ben preciso: far fronte alla pandemia. Darebbero un chiaro segnale ai mercati finanziari, ma anche ai cittadini europei. Sarebbe la prova che non ci abbandoniamo l’un l’altro in tempi di maggiore bisogno, e che l’Europa è più di una mera alleanza di egocentrici, più di un mercato unico ben lubrificato ma dal cuore freddo con una moneta (ancora) comune. E infine le corona bond sarebbero anche un investimento a prova di bomba che finalmente tornerebbe a fruttare interessi. Ma non per gli hedge fund.

Hedge fund, cioè gli speculatori